Il Carnevale di Ivrea, in piemonte, è
caratterizzato dalla cosiddetta
"Battaglia delle arance". Lo scontro
avviene fra le compagnie degli "
aranceri" che si collocano sopra carri
trainati da due o quattro cavalli e, dai
"guerrieri a piedi", raggruppate sotto
le insegne di " Asso di picche" e "
Testa di moro"; ben presto tutti gli
spettatori vengono coinvolti e si
lanciano l'uno contro l'altro tonnellate
di agrumi.
Questa manifestazione vuole commemorare
un fatto leggendario accaduto nel
Medioevo.A quel tempo, Ivrea era
dominata da un marchese-tiranno che,
oltre a governare duramente i suoi
sudditi, infastidiva le fanciulle del
paese. Fu così che quando Violetta, la
bellissima figlia del mugnaio, si sposò
con un certo Toniotto, subito dopo la
cerimonia nuziale, il signorotto mandò
le sue guardie a rapire la ragazza per
portarla al suo castello. Ma la
fanciulla, grazie ad un cavaliere
mascherato accorso in suo aiuto,riuscì a
fuggire. Travestita da pastorella, visse
per qualche tempo nella campagna, dove
organizzò i contadini convincendoli a
ribellarsi al tiranno.
Una sera, infatti, assaltarono il
castello e gli dettero fuoco. Violetta
riuscì a raggiungere il signorotto e con
una pugnalata lo uccise. Le arance,
protagoniste dell'attuale battaglia,
simboleggiano la testa del marchese. La
festa giunge il suo culmine negli ultimi
tre giorni di Carnevale.
Alla
domenica si svolge la sfilata storica
con al centro una ragazza che
rappresenta la Mugnaia, scelta fra le
donne da poco sposate e il cui nome
rimane segreto fino alla vigilia. Il
lunedi avviene la battaglia delle arance
e chiunque si trovi per strada senza un
cappellino rosso in testa, rischia di
essere colpito da centinaia di frutti.
Il martedì infine, ha luogo la
bruciatura degli " scarli", pertiche
alla cui sommità sventola una bandiera
con lo stemma della città.