Gioppino



Gioppino è forse la più antica maschera bergamasca anche se qualcuno lo fa risalire all’ottocento.
Il suo aspetto fisico è indimenticabile: sfoggia, infatti, Tre Gozzi prominenti che sono solito definire le sue granate o splendidi coralli, lì esibisce cioè non come fossero difetti fisici ma veri e propri gioielli che al figlio Bortolì de Sanga spetta di perpetuare.
Più abile a trattare con le mucche che con le donne, Gioppino era sposato con la Margì di cui si dichiarava innamoratissimo sebbene ricercasse, quando poteva, la compagnia d’altre donne. Era il tipo del contadino amante del vino e della buona tavola, specialmente della polenta e osei. Dal pensiero elementare ma efficace a trarlo d’impiccio e talora aiutato dal corto bastone che gli serviva a girare la polenta ma anche a “convincere” chiunque ostacolasse i suoi piani.
Vestiva una rozza giubba rossa orlata di verde, una camicia aperta fino a scoprire il ventre, pantaloni scuri alla zuava e un cappellaccio nero e informe.