Scaramouche
La maschera di Scaramouche appartiene alla serie dei Capitani. La
più antica raffigurazione risale ai primi del Seicento, ad opera
dell'incisore Jaques Callot. In essa compare già nel costume che
sarà poi tradizionale, costituito da calzoni attillati fin sotto il
ginocchio, un giubbotto molto stretto, un cappellaccio piumato, una
maschera con un enorme naso e un fallo di cuoio ostentato
beffardamente. Al carattere osceno dell'aspetto corrisponde anche un
eguale carattere del personaggio, donnaiolo, millantatore e
fracassone. Scaramouche deve la sua notorietà e il suo nome
all'attore che per lungo tempo ne indossò la maschera, l'italiano
Tiberio Fiorilli (1609-1694). Il suo grande successo presso il
pubblico francese era dovuto, secondo le testimonianze dell'epoca
(famosa la sua biografia romanzata "Vie de Scaramouche" scritta
dall'attore Angelo Costantini, noto come Mezzettino, nel 1695) alla
sua notevole abilità espressiva, alle sue doti di acrobata e alla
sua comicità, capace di catturare l'attenzione degli spettatori.
Fiorilli compariva in scena con un costume completamente nero,
ornato di una gorgiera bianca e non portava la maschera, alla quale
sostituiva il viso infarinato, su cui spiccavano baffi e
sopracciglia nere. Un altro famoso Scaramouche fu Giuseppe Torriti
che ne indossò i panni tra il 1694 e il 1697. |