La Pasqua è una festa molto
importante anche per gli ebrei.
Probabilmente alle sue origini era una festa
pastorale praticata dalle popolazioni nomadi
del Vicino Oriente. Quando le tribù semite
divennero più sedentarie si trasformò in una
festa agricola, in cui si offrivano le
primizie della mietitura dell'orzo,
attraverso la cottura del pane azzimo. Mosé
diede un nuovo significato a questa festa,
perchè la fece coincidere con la fuga del
popolo ebraico dall'Egitto. Nel capitolo 12
dell'Esodo, Mosè ordina ad ogni famiglia,
prima di abbandonare l'Egitto, di immolare
un capo di bestiame piccolo (agnello, pecora
o capra) senza difetto, di un anno di età, e
di bagnare col suo sangue gli stipiti e il
frontone delle porte delle case. I membri
delle famiglie consumarono il pasto in
piedi, con il bastone in mano, pronti per la
partenza, che avvenne in quella stessa
notte, dopo che l'angelo di Dio passò per
uccidere tutti i primogeniti egiziani,
risparmiando i primogeniti ebrei le cui
abitazioni erano segnate col sangue. Nel
corso dei secoli, il rituale della Pasqua,
pur sottoposto a variazioni e a modifiche,
rimase sostanzialmente sempre uguale e la
festa è tuttora celebrata da tutti gli Ebrei
con la massima solennità e per la durata di
sette giorni. Fu nel corso di una
celebrazione pasquale che Gesù Cristo,
secondo la narrazione evangelica, istituì il
sacramento dell'eucarestia.
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